A connection is an extension of a link. A connection couples two processes so that output from one process is input to the other. Connections are defined to be simplex (i.e., uni¬ directional) , so two connections are necessary if a pair of processes are to converse in both directions.
Host/Host Protocol for the ARPA Network, 1971
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il guado, in sostanza, non esiste: è la proiezione da una sponda all’altra dei corsi d’acqua a non avere una reale spiegazione. non sappiamo ancora come distorcere l’audio: mancano tutti i file. si tratta di un fenomeno ascrivibile, in parte, ai riemersi: sono lì, e ritornano, evidenti, per sempre placati, nel gesto eventuale della propria stessa ricomparsa.
il guado, in sostanza, non esiste: basta guardare un po’ meglio. possiamo vederli intercettare le finestre di lancio, per spigoli e strattoni, sensazioni di vuoto, scegliendo il momento giusto. qualcuno parla sopra alla traccia originale, sovrascrivendo il nastro. spuntano fuori, per esempio, mostrando il punto di ripristino, il varco inaspettato della loro fuoriuscita dal terreno.
il guado, in sostanza, non esiste, e chi dice di averlo visto mente: basta guardare un po’ meglio. li abbiamo a lungo creduti scomparsi, nei gomiti, dietro le orecchie, sul palmo della mano, come indizi, piani di volo. i suoni che arrivano a noi sono quelli di un annegamento. li avremmo pensati morti, e senza beneficio, ma l’impressione che ne avremmo ricavato sarebbe stata errata.
ci siamo accorti del fatto che il guado, in sostanza, non esiste, e chi dice di averlo visto mente: basta guardare un po’ meglio. intanto pensiamo alle cure mediche, alle bende consumate, ai figli, con le migliori intenzioni. il prestigiatore sa come inserire la lama nella fessura della scatola, separare le due metà della valletta; da un lato i piedi in controfigura, dall’altro ciò che resta dell’esperimento.
mentre stavamo osservando il mondo ci siamo accorti del fatto che il guado, in sostanza, non esiste, e chi dice di averlo visto mente: basta guardare un po’ meglio. pensi a fare la tua parte, poi ti guardi indietro per vedere dove è rimasta. ogni tassello serve a ricomporre l’origine della manifestazione: segna una croce sulla mappa esperienziale della gratitudine, nella più vuota riconoscenza.
è sempre possibile cambiare punto dell’osservazione, accorgendosi quindi del fatto che il guado, in sostanza, non esiste, e chi dice di averlo visto mente: basta guardare un po’ meglio per rendersi conto di ciò che manca per attraversarlo. è un peso lordo, un giro di cassa, una variazione del tono di colore della pelle. sono discorsi precisi questi, sotto scorta, scavati dove c’è l’inutile.
proseguendo la nostra fuga, nei cunicoli retroilluminati, quando anche il guado è divenuto inaccessibile.
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